In questo periodo, grazie alla missione “Futura” dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) a bordo della ISS, che ha visto fra i protagonisti la nostra astronauta Samantha Cristoforetti (@AstroSamantha), si è molto parlato delle missioni spaziali e della presenza femminile a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Anche noi vogliamo rimanere in argomento parlandovi di un interessante articolo pubblicato sul Journal of Women’s Health fine 2014: “Effects of sex and gender on adaptation to space: neurosensory systems“.

Lo studio ha indagato le differenze specifiche di sesso e genere nelle risposte neurologiche tra uomini e donne durante e dopo il volo spaziale. Fra le variabili indagate c’era anche la funzione uditiva.

Come è emerso ormai da diversi lavori pubblicati negli anni, gli uomini hanno un rischio maggiore di sviluppare deficit uditivi rispetto alla controparte femminile. Ma nello spazio cosa succede?

La NASA stessa conduce un programma di monitoraggio della funzionalità uditiva, in cui i membri dell’equipaggio sono sottoposti a test audiometrici, almeno una volta l’anno nel corso della loro carriera attiva (e ancor più frequentemente quando assegnati a missioni spaziali). Il monitoraggio della funzionalità uditiva continua poi per tutta la vita degli ex astronauti. Questa banca dati ha offerto la possibilità di confrontare le differenze di performance uditiva fra uomini e donne nell’arco di cinque decadi.

HearingInSpace

Quando si confrontano gli esami audiometrici eseguiti alle alte frequenze, la popolazione femminile della banca dati LSAH (Lifetime Surveillance of Astronaut Health) ha soglie uditive migliori degli uomini.  Gli astronauti di sesso femminile non mostrano differenze significative fra le due orecchie se non a partire dai  55, quando le soglie dell’ orecchio sinistro sono leggermente migliori di quelle del destro. Gli astronauti maschi invece presentano ad ogni età maggiori deficit uditivi a sinistra; questo risultato è coerente con molti altri studi demografici. Un dato importante che emerge da questo database è che sia gli uomini che le donne mostrano i deficit uditivi attesi per l’età ma che il volo spaziale non sembra interessare i due sessi in modo diverso.

PS: Bentornata Samantha!

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